martedì 23 marzo 2010

The Times of India e L'Unione Sarda

L’India è la più grande democrazia del mondo (oltre un miliardo di abitanti e 700 milioni di elettori), con una lunga storia ed un’antica civiltà, per cui amo leggere il suo giornale The Times of India via Internet; per rimanere informato su quello che accade nella mia isola, leggo L’Unione Sarda, sempre via Internet.

Ambo i giornali, per attrarre i lettori, fanno appello anche al loro interesse per il sesso, ma in modi molto diversi. Il sito web di The Times of India ha una rubrica fissa sull’argomento in cui vengono pubblicati numerosi articoli, ispirati o da ricerche scientifiche oppure dall’iniziativa dei giornalisti che corroborano i loro “ricettari” con interviste sulla vita di coppia delle persone di ambo i sessi; L’Unione Sarda invece ha la sua galleria di foto provocanti sempre aggiornata.

Vorrei fare notare che anche chi, come me, ritiene esagerata una rubrica fissa dedicata al sesso, ammette che un articolo che si ispira ad una ricerca scientifica rende omaggio all’intelligenza di chi l’ha condotta - e dei lettori del giornale, che sono invitati a rifletterci su, perché non tutte le ricerche sono attendibili.

Ed che intervistare delle persone significa renderle protagoniste di una breve storia, dando loro l’opportunità di emergere come soggetti e non come oggetti (ci vorrebbe però l’occhio di una donna per capire fino a che punto le donne sanno approfittarne). Non si può dire altrettanto di una galleria di foto provocanti: chi vi appare, più che protagonista, è vittima di chi la guarda, e chi la guarda non riflette certo!

Inoltre, il lettore straniero che legge la rubrica del Times of India pensa: “Toh, gli indiani di ambo i sessi vogliono tornare a godersi la vita come i loro antenati.” Invece, le gallerie di foto provocanti fanno pensare al non sardo che le vede che i sardi (maschi) sono dei suini a due gambe.

Oltretutto, il sito del L’Unione Sarda è ospitato da quello de Il Sole 24 Ore, e viene il tremendo sospetto che a L’Unione Sarda tocchi ospitare contenuti che non potrebbero apparire sul paludato e culturalmente sofisticato giornale della Confindustria senza fargli perdere prestigio.

Siamo ancora una volta la fogna del Continente. Almeno una volta ci mandavano persone come gli ebrei di Roma od il La Marmora, che ci hanno educato.

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