sabato 1 maggio 2010

Fedra, Teseo, Ippolito in Euripide

Sto studiandomi la figura mitologica di Fedra, la cui vicenda si può riassumere così: figlia di Minosse re di Creta, aveva sposato Teseo re di Atene.

Ma Teseo aveva già un figlio, nato da Ippolita regina delle Amazzoni, e chiamato appunto Ippolito. Fedra si innamora del figliastro, il quale la respinge; e temendo ella che il tentato approccio disonori sé ed i suoi figli, decide di anticipare la rivelazione impiccandosi e lasciando una lettera che accusa Ippolito di averla violentata.

Teseo crede alla lettera, esilia Ippolito, e lancia contro di lui una maledizione che fa sì che Posidone faccia uscire un gigantesco toro dal mare, che spaventerà i cavalli del cocchio di Ippolito, che imbizzarriti lo trascineranno fino ad ucciderlo.

Solo allora Teseo saprà la verità - ma non gli ridarà né moglie né figlio.

Sono state date varie interpretazioni di questo mito; io ne propongo una personale: Fedra cerca nel suo uomo un partner del complesso edipico - ovvero un padre da ammirare ed amare, ma sessualmente inaccessibile, che le consenta di completare la sua maturazione psicologica.

Teseo, purtroppo, non è all'altezza del ruolo: basti pensare a quello che ha fatto ad Arianna, che è stata abbandonata sull'isola di Nasso. Nel migliore dei casi, egli non ha raggiunto la costanza dell'oggetto, e questo gli permette di essere tanto "sbadato".

E quando Ippolito verrà accusato di aver violentato Fedra, Teseo non farà quello che tutte le persone prudenti gli consigliano - cioè aver pazienza ed indagare con mezzi naturali e soprannaturali prima di emettere una sentenza. Sembra invece ansioso di approfittare dell'occasione per disfarsi di una persona che gli stava facendo ombra.

Ippolito è decisamente più maturo di Teseo: si dedica alla caccia, all'atletica, all'ippica; e la sua devozione alla dea Artemide è un tentativo di autotrascendersi. Lui ha un Super-Io molto forte, ed è molto più adatto di Teseo ad interpretare il ruolo del partner del complesso edipico.

Per questo Fedra se ne innamora. Ma la sua sfortuna è che Ippolito, per completare la maturazione psicologica di Fedra, deve rifiutarla, allo stesso modo in cui il padre deve respingere la figlia per farle superare il complesso edipico.

Per giunta, Ippolito non è perfetto: il suo Super-Io è forte, ma non abbastanza maturo da comprendere che anche la devozione ad Afrodite dà l'occasione di autotrascendersi. Anche in società non cristiane come l'Atene di Euripide capitava di trovare persone per cui la virtù passava per l'astinenza anziché la pratica sessuale.

Il Super-Io di Ippolito non ha ancora completato l'integrazione dei suoi precursori sadici: questo rende il personaggio privo di empatia, misogino, e distruttivo nei confronti della matrigna. Una persona più matura sarebbe stata capace di gestire la situazione senza portare Fedra alla disperazione - ed è quello che dovrebbe fare un padre nei confronti dei sentimenti edipici della figlia, cioè contenerli pur continuando a volerle bene.

Questo Super-Io maldestro permette però ad Ippolito di non disonorare la matrigna mantenendo il giuramento di tenere segreta la passione di lei per lui, e di affrontare serenamente l'esilio e la morte non meritati. Teseo non ne sarebbe stato capace, e Fedra si era resa conto che il bambino dispettoso e capriccioso della famiglia era lui.

Non è necessario quindi sostenere che Fedra ed Ippolito rappresentano due metà sezionate (uno psicologo direbbe: due parti scisse) di un unico personaggio, anche se la struttura della tragedia "Ippolito" mostra una certa simmetria tra i due.

Per me i due personaggi sono perfettamente credibili anche da soli. Purtroppo, vengono devastati dal loro incontro.

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