venerdì 16 aprile 2010

Perché mentire quando la verità è già abbastanza cruda?

Un mio contatto su Facebook ha condiviso questa nota, che riproduce questo sito, e parla della spiacevole situazione in cui vengono messe migliaia di palestinesi che rischiano di essere espulsi dalla Cisgiordania perché senza documenti in regola - per saperne di più da una fonte affidabile, leggete qui.

Se Annalena Di Giovanni, l'autrice della nota, avesse semplicemente riferito le parole di Amira Hass, l'avrei lodata. Purtroppo, lei non si è voluta accontentare della cruda verità ed ha aggiunto le menzogne che seguono:

(quote)

Per altri, invece, il problema non sussiste, neanche col nuovo ordine. Israele, pur incriminando chiunque si sia allontanato (spesso perché costretto) dal luogo in cui è nato, è tuttora il Paese che concede la residenza a chi dimostra di avere un ottavo di sangue - risalendo fino al nonno paterno - di “razza” ebraica. La regola non si applica ai convertiti. Un ottavo che è sufficiente per sposare, concedere la residenza, studiare, dove si vuole ma anche a spostarsi e vivere dove si preferisce. Inclusi gli insediamenti in Cisgiordania che persino gli Usa, ormai, considerano illegali.

Così l’unica democrazia del Medio Oriente è ancora una volta, divisa fra due pesi e due misure. Fra chi, per diritto di nascita, non può sperare di esistere da nessuna parte, sposarsi, studiare, muoversi. E chi, grazie un ottavo di sangue, può accaparrarsi anche il diritto di decidere chi resta e chi se ne va, nei territori palestinesi occupati 


(unquote)

Per prima cosa, Annalena non sa fare i conti.

Infatti:

  • io ho 2 genitori, quindi eredito 1/2 del "sangue" da ognuno di loro;
  • io ho 4 nonni, quindi eredito 1/4 del "sangue" da ognuno di loro;
  • io ho 8 bisnonni, quindi eredito 1/8 del "sangue" da ognuno di loro.
Quindi, Annalena parla di nonni, ma quando fa i conti attribuisce loro le parti dei bisnonni. Mi auguro che non debba mai dividere nemmeno una torta.

Inoltre, le cose stanno veramente così? Andiamoci a leggere quello che dice la legge israeliana - non è necessario conoscere l'esoterica lingua ebraica, perché la Knesset, il parlamento israeliano, ci ha fatto il piacere di tradurre la Legge del Ritorno in lingua inglese.

Leggiamoci gli articoli che ci interessano, aggiunti nel 5730-1970:

(quote)

Rights of members of family
4A. (a) The rights of a Jew under this Law and the rights of an oleh under the Nationality Law, 5712-1952, as well as the rights of an oleh under any other enactment, are also vested in a child and a grandchild of a Jew, the spouse of a Jew, the spouse of a child of a Jew and the spouse of a grandchild of a Jew, except for a person who has been a Jew and has voluntarily changed his religion.


[...]


Definition
4B. For the purposes of this Law, "Jew" means a person who was born of a Jewish mother or has become converted to Judaism and who is not a member of another religion."

(unquote)

Traduciamo:

(inizio)

Diritti dei membri della famiglia



4A. (a) I diritti di un ebreo ai sensi di questa Legge ed i diritti di un oleh [ebreo immigrato in Israele per stabilirvisi permanentemente, NdR] ai sensi della Legge sulla Nazionalità, 5712-1952, così come i diritti di un oleh ai sensi di ogni altra disposizione, sono inoltre riconosciuti anche ai figli ed ai nipoti di un ebreo, al coniuge di un ebreo, al coniuge di un figlio di un ebreo ed al coniuge di un nipote di un ebreo, salvo il caso di una persona che è stata ebrea ed ha volontariamente cambiato religione.

[...]

Definizione



4B. Ai sensi di questa Legge, "ebreo" significa una persona che è nata da madre ebrea o si è convertita all'ebraismo e non appartiene ad un'altra religione.


(fine)


Faccio perciò notare che:

  1. I bisnonni non c'entrano proprio - Annalena ha proprio sbagliato i conti;
  2. la cittadinanza israeliana viene concessa anche al coniuge di un "ebreo", al coniuge del figlio di un "ebreo", al coniuge del nipote di un "ebreo" - tutti questi coniugi evidentemente non sono ebrei, altrimenti la disposizione sarebbe superflua; questo mostra inoltre che la cittadinanza non è legata al "sangue", visto che altrimenti la disposizione non avrebbe senso;
  3. la legge mostra chiaramente che la qualifica di "ebreo" si può acquisire per scelta (convertendosi all'ebraismo) e si può perdere per scelta (abbracciando una religione diversa da quella ebraica); si possono rivolgere molte critiche a questo, ma non c'è modo di sostenere che una qualifica che si può acquisire o perdere per libera scelta dipenda dal "sangue".
Mi permetto di aggiungere che la Legge del Ritorno non mi soddisfa del tutto, e vi spiego perché: anche al giorno d'oggi gli ebrei rischiano di essere perseguitati in misura significativamente maggiore di altri popoli, e la disponibilità dei vari paesi del mondo ad accogliere profughi in fuga da persecuzioni etniche o religiose è sempre molto scarsa.

Mi va benissimo perciò che Israele voglia essere il rifugio sicuro per gli ebrei, e consenta a tutti gli ebrei di stabilirvisi - perché se non lo fa Israele nessun altro paese lo farà. Ma concedere automaticamente anche la cittadinanza agli ebrei (ed alle altre persone elencate nella Legge del Ritorno) significa creare un'evidente disparità a danno dei non ebrei.

Preferirei perciò che la cittadinanza venisse concessa a chi soddisfa dei criteri indipendenti dalla religione e dall'etnia, e dimostra la sua lealtà al paese con un giuramento di fedeltà e facendo il servizio militare o civile.

Queste mie opinioni non mi rendono il beniamino degli israeliani, ma c'è un'enorme differenza tra il criticare un aspetto della Legge del Ritorno, ed il ricorrere alle menzogne pur di dimostrare a tutti i costi che Israele è un paese razzista.

In realtà Israele è razzista come lo è l'Italia: perché ha un governo di destra il cui programma è esasperare i conflitti tra gli "eletti" ed i "reietti", non per altro, e questa mi pare una verità già abbastanza cruda. Non c'è bisogno di aggiungerle delle bugie.

Non posso riconoscere a chi scrive queste cose la scusante dell'ignoranza, perché Internet permette di controllare velocemente ogni cosa, e sono stufo di passare la vita a correggere gli errori e la malafede degli altri.

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