lunedì 25 gennaio 2010

Nuovo viaggio in Egitto

Questo secondo viaggio in Egitto si è svolto soprattutto ad Al-5ordoqa, più nota all'estero come Hurghada, con due escursioni, una ad Al-Uksur (Luxor) ed una ad Al-Qahira (il Cairo).

Poiché questo mese l'Egitto è finito sotto i riflettori soprattutto a causa dell'attacco di Nagaa Hammadi, in cui una squadraccia di mussulmani volle vendicare a modo suo lo stupro di una ragazzina della loro fede compiuto da un cristiano sparando ai fedeli che uscivano dalla messa di mezzanotte del Natale copto il 6 Gennaio, ed uccidendo così sei cristiani ed un poliziotto mussulmano di guardia, i miei amici cairoti hanno voluto rassicurarmi che non è questo lo spirito dell'islam.

Alcune considerazioni interessanti sull'argomento le potete già leggere nei seguenti articoli di Weekly El-Ahram, l'edizione settimanale in inglese del quotidiano Al-Ahram:

[1] http://weekly.ahram.org.eg/2010/982/fr1.htm

[2] http://weekly.ahram.org.eg/2010/982/eg7.htm

[3] http://weekly.ahram.org.eg/2010/982/op2.htm

[4] http://weekly.ahram.org.eg/2010/982/op3.htm

Il contenuto di questi articoli si può così riassumere: il governo egiziano non vuole in alcun modo alimentare una caccia al copto, ed anzi vuole che tutti gli intellettuali del paese si impegnino per impedire che il paese si spacchi in blocchi religiosi. L'Assemblea del Popolo ha chiesto al governo di fondare un Alto Consiglio della Cittadinanza, per insegnare agli egiziani a ritenersi innanzitutto cittadini e poi fedeli di una particolare fede - contribuendo così a scongiurare questo pericolo.

Purtroppo, tra il volere ed il potere spesso c'è una gran differenza, costituita da alcune leggi discriminatorie, e dall'insensibilità di alcuni funzionari pubblici, come quella di cui è stato accusato il governatore della provincia di Qena (in cui si trova Nagaa Hammadi), che non avrebbe saputo capire quel che bolliva in pentola ed intervenire tempestivamente. La cosa più curiosa è che il governatore sotto accusa, Magdi Ayoub, è copto - e non può quindi essere accusato di parzialità nei confronti dei mussulmani.

Alcuni dei presunti autori della sparatoria sono stati già arrestati, e si spera che paghino in proporzione alle loro colpe - non siamo di fronte ad una riedizione del copione dei pogrom russi contro gli ebrei.

Purtroppo, nello stesso rapporto in cui si chiedeva l'istituzione dell'Alto Consiglio della Cittadinanza, si è cercato anche di ridurre la portata dell'incidente di Nagaa Hammadi sostenendo che si è trattato di un isolato atto di vendetta, e non di un episodio di una guerra civile tra opposte religioni.

Che non siamo alla guerra civile posso anche crederci; ma che l'iniziativa della l'abbiano presa delle persone che con la vittima hanno in comune soltanto la religione, e si siano rivolte contro persone che soltanto la religione hanno in comune con il colpevole, va oltre i limiti canonici della vendetta, ed indica che quest'azione si è contaminata di odio religioso - un'anomalia assai grave.

Né mi è piaciuto il modo risentito in cui l'Assemblea ha reagito alla sessione del Parlamento Europeo dedicata ai fatti di Nagaa Hammadi: il ministro degli esteri egiziano ha giustamente chiesto conto all'Italia di quel che è accaduto a Rosarno; il resto del mondo ha perciò pieno diritto di chiedere conto all'Egitto di quel che è accaduto a Nagaa Hammadi.

Da un punto di vista non più politico, ma religioso, è interessantissimo l'articolo [3], in cui si ricorda un episodio della vita di Maometto: il monastero di Santa Caterina nel Sinai chiese a Maometto la sua protezione inviandogli nel 628 una delegazione. Maometto rispose con questa promessa:

(quote)

Questo è un messaggio di Mohamed Ibn Abdullah, come patto verso coloro che adottano il cristianesimo, vicini e lontani, e noi siamo con loro.

Davvero io, i servi, gli aiutanti, ed i miei seguaci li difendiamo, perché i cristiani sono i miei cittadini; e, per Dio! mi oppongo a qualsiasi cosa dispiaccia loro.

Non ci sia imposizione nella religione. Né si rimuovano i loro giudici dal loro ufficio, né i loro monaci dai loro monasteri. Nessuno deve distruggere una casa della loro religione, danneggiarla, o portar via alcunché da lì per portarla nelle case dei mussulmani.

Se qualcuno facesse una di queste cose, violerebbe il patto di Dio e disobbedirebbe al suo profeta. In verità, essi sono i miei alleati ed hanno il mio sicuro statuto contro tutto ciò che odiano.

Nessuno deve forzarli a viaggiare od obbligarli a combattere. Sono i mussulmani a dover combattere per loro. Se si sposa una donna cristiana ad un mussulmano, questo non deve avvenire senza l'approvazione di lei. Non le deve essere impedito di visitare la sua chiesa per pregare. Le loro chiese devono essere rispettate. A loro non si deve impedire di ripararle, né di rispettare la sacralità dei loro patti.

Nessuno della nazione [mussulmana] dovrà disobbedire al patto fino all'ultimo giorno [cioè alla fine del mondo].

(unquote)

Questa promessa di Maometto fa parte della Sunna, ed i mussulmani che attaccano i cristiani in quanto tali sono perciò dei pessimi mussulmani.

A questo posso aggiungere quel che ho udito dall'imam di una moschea del rione di Shoubra al Cairo. Questo rione ha una notevole presenza cristiana, tanto che una delle sue chiese (Santa Teresa del Bambin Gesù) è l'unico luogo di culto cairota che ha dato il suo nome ad una stazione della metropolitana. Uno dei fedeli di questa chiesa, conosciuto grazie ad una comune amica, mi ha fatto visitare la vicina moschea di Hageen, di epoca mamelucca, e parlare con il suo imam.

Questi mi ha confermato che l'islam prescrive di trattare i cristiani da amici, e sono pessimi mussulmani quelli che se ne scordano. Il mio accompagnatore ha aggiunto, col consenso dell'imam, che l'islam considera ogni persona uguale davanti a Dio, indipendentemente da sesso, razza e fede. Quindi, non bisogna attribuire i misfatti di Nagaa Hammadi all'islam.

Se a livello ufficiale c'è quindi la più completa disapprovazione delle violenze contro i cristiani, a livello sociale le cose non sono così semplici. Se volete essere portati ad una chiesa cristiana, vi conviene scegliere un tassista copto, non uno mussulmano - e non è esperienza che ho fatto solo io; se volete chiedere ad un pedone informazioni in proposito, chiedetele ad una donna senza velo, perché potrebbe essere cristiana, ed interessata perciò a darvi l'informazione anziché tacerla o, peggio ancora, sviarvi con un'indicazione errata.

Una mia amica mussulmana non porta il velo (è obbligatorio solo durante la preghiera), e mi ha riferito che si era recata una volta a Nagaa Hammadi, dove era stata trattata piuttosto male perché scambiata per una cristiana. Come se l'essere cristiani fosse un buon motivo per essere bistrattati!

Non mancano coloro che odiano i cristiani in Egitto, purtroppo. Negli articoli del Weekly Al-Ahram si tentano alcune analisi di questo fenomeno, che sembra risalire, in ultima analisi, allo choc patito da tutto il mondo arabo dopo la sconfitta del 1967.

Anche il vincitore di quella guerra fu invaso da una sorta di fanatismo che persiste tuttora e complica ogni tentativo di risolvere il conflitto israelo-palestinese.

Per quanto riguarda l'escursione ad Al-Uksur, l'unica cosa che val la pena di riferir qui è che di fronte al tempio di Karnak, ed accanto agli uffici del governatorato, svetta l'insegna della Società Biblica d'Egitto, che appartiene ad una rete il cui compito è diffondere la Bibbia nel mondo.

Se nessuno, privato od istituzione, ha molestato quella società, vuol dire che un minimo di libertà religiosa in Egitto c'è. E non sarebbe una cattiva idea parlare dei mussulmani e dei loro paesi dopo averli conosciuti e visitati, e non sulla base di ipostasi librarie.

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