Giovedì 23 Giugno 2011 è accaduto a Gerusalemme quello che è descritto in quest’articolo:
La cosa più importante non mi pare tanto la previsione apocalittica del ministro della giustizia Yaakov Neeman, secondo cui l’assimilazione starebbe realizzando i sogni di Hitler, ovvero la distruzione degli ebrei come popolo (temo che Hitler risponderebbe che lui voleva distruggere le persone ebree, che è ben altra cosa), quanto il fatto che Eli Yishai, ministro dell’interno, si sia sognato di dire:
(quote)
Yishai also said that ten years ago, a study was published in the United States showing "the Jewish gene" was passed along the maternal line, affirming the ancient halakhic line of Jewishness passing along the maternal line. This remark was met with sneers from the audience.
(traduzione)
Yishai ha anche detto che dieci anni fa fu pubblicato uno studio negli Stati Uniti che mostrava che “il gene ebraico” veniva trasmesso in linea materna, confermando l’antica posizione halakhica per cui l’ebraicità si trasmette in linea materna. Questo commento ha suscitato l’ilarità del pubblico.
(unquote)
Ogni popolo cerca di dimostrare di essere diverso dagli altri, e la tentazione di tutti è quella di “essenzializzarsi”, ovvero di dimostrare che una particolare proprietà (positiva, magari) è esclusiva di un popolo, e se si riesce a dimostrare che questa proprietà è innata in chi appartiene a quel popolo, e non è solo un risultato dell’educazione, si è convinti di aver fatto tombola.
Come mostrano questi articoli della “Jewish Encyclopedia”, pubblicata tra il 1901 ed il 1906:
- http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=1573&letter=A
- http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=616&letter=P
Anche gli ebrei (come tutti gli europei dell’epoca) hanno ceduto a questa tentazione – quella di ritenersi una razza, da mantenere pura evitando i matrimoni misti; va detto che in quegli anni Adolph Hitler era solo uno studente scapestrato, e nessuno avrebbe potuto prevedere a che cosa poteva portare il razzismo istituzionalizzato.
Ora lo sappiamo, e diventa sempre più difficile considerare semplici curiosità scientifiche studi come quelli di cui si parla qui:
- http://www.slate.com/id/2177228/
- http://www.cohen-levi.org/jewish_genes_and_genealogy/jewish_genes_-_dna_evidence.htm
- http://blogs.discovermagazine.com/80beats/2010/06/04/despite-the-diasporas-jewish-genes-worldwide-show-ancient-connections/
- http://media.www.yuobserver.com/media/storage/paper989/news/2008/11/24/ScienceAndHealth/Jewish.Genes.Do.They.Exist-3560009.shtml
- http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2007/10/29/AR2007102902094.html
- http://www.nytimes.com/2005/06/03/science/03gene.html?pagewanted=1
oppure complimentarsi con il laboratorio di analisi genetiche che ha permesso di identificare 17 scheletri in fondo ad un pozzo a Norwich, Inghilterra, come le vittime ebree di un pogrom:
perché ci si trova poi a dover digerire non solo Eli Yishai, ma anche Dov Lior, di cui parla questa pagina:
Dov Lior è il rabbino di Kiryat Arba, un insediamento nei pressi di Hebron, ed oggi, 27 Giugno 2011 – 25 Sivan 5771, è stato arrestato (ma dopo l’interrogatorio rilasciato) per essersi rifiutato di presentarsi in tribunale e rispondere alle domande della procura su un libro, “Torat ha-Melekh = L’insegnamento del Re”, che non era altro che una raccolta di brani di opere halakhiche che spiegavano in quali circostanze un ebreo può uccidere un non-ebreo senza rimorso.
Anche in uno “stato ebraico” come Israele ci si rende conto che la religione ebraica non può essere usata per legittimare la crudeltà e la discriminazione, ma diverso tempo prima di essere arrestato Dov Lior si è permesso l’incredibile lusso di dire che nella fecondazione artificiale eterologa di donne ebree non bisogna usare il seme di un non-ebreo (come invece consiglia la maggior parte dei rabbini, a partire da Moshe Feinstein z.l., perché dà meno complicazioni halakhiche), ma di un ebreo, perché i non-ebrei generano secondo Dov Lior una prole crudele e barbara.
Questa dichiarazione è perfettamente in linea con quel libro – per lui gli ebrei non sono solo irrimediabilmente diversi, ma anche indiscutibilmente superiori; qui leggete la dichiarazione come è stata riferita da Yedioth Ahronot, e poi un feroce commento:
- http://www.ynetnews.com/Ext/Comp/ArticleLayout/CdaArticlePrintPreview/1,2506,L-4006385,00.html
- http://www.richardsilverstein.com/tikun_olam/tag/dov-lior/
A mio avviso, però, il commento di Richard Silverstein è troppo semplicistico. Non so quanto Dov Lior ne sappia di genetica, ma io (pur avendo una laurea in psicologia anziché biologia) noto che i genetisti stanno ora cominciando ad indagare su cluster [raggruppamenti] di geni che codificano tratti comportamentali complessi, che si esprimono in misura maggiore o minore interagendo con l’ambiente.
Casi tipici sono tratti negativi come alcuni disturbi psichici, positivi come l’intelligenza, o neutri come l’orientamento sessuale (per i curiosi, pare che esso sia ereditario al 50%). Non è quindi impossibile che un gruppo di genetisti con adeguate risorse e grande determinazione possa col tempo stabilire quale (o quali) combinazioni genetiche possano codificare il “temperamento ebraico”, o, per dirla con alcuni rabbini ortodossi, la “neshamah yehudit = anima ebraica” – supposto che questi concetti abbiano un senso in ambito extrareligioso.
Poiché i geni di un cluster possono essere ereditati separatamente, questa scoperta renderebbe possibile rispondere sì o no ad una domanda di conversione in modo inequivoco: basterebbe fare l’analisi genetica del candidato – se si rinviene uno dei cluster “kasher = approvati”, allora lui è un ebreo nato per caso in una famiglia gentile, e va convertito perché si è riscontrata in lui la “neshamah yehudit”, altrimenti, la domanda va respinta con cortesia, ma anche inflessibile fermezza, perché l’analisi genetica non lascia spazio a ripensamenti.
Una genetica simile sarebbe compatibile sia con le sparate di Dov Lior sia con l’empirica osservazione che le conversioni all’ebraismo non sono mai mancate, ed hanno per forza di cose introdotto dei geni estranei al “pool” originario; ha senso però un ebraismo fatto così, in cui tutto un modo di vivere viene ridotto all’epifenomeno di una configurazione genetica?
Penso di no – penso invece che non sia un caso che l’autrice del filone più promettente delle “teorie queer”, che rifiutano di accettare il “genere” come il semplice corrispondente sociale del “sesso”, ed anzi avvertono che noi interpretiamo delle configurazioni anatomiche come “maschili” o “femminili” proprio perché la società occidentale ha scelto di organizzarsi secondo due generi, sia l’ebrea Judith Butler.
Penso che se Judith Butler fosse ministro dell’interno al posto di Eli Yishai, direbbe che non è ebreo chi ha un’essenza ebraica, ma ebreo è chi si comporta come se fosse ebreo – ammettendo senza problemi che il “comportamento ebraico” è cambiato molto nel corso dei secoli, e non si può ricondurre all’avere o manifestare un’”anima ebraica”; tutto questo a prescindere ovviamente dal fatto che in un paese come si deve lo stato non deve conoscere l’affiliazione religiosa dei cittadini.
Non sarebbe una rivoluzione – sarebbe un ritorno ai primi tempi dell’esistenza dello stato d’Israele, quando Ben Gurion disse: “Chiunque sia abbastanza _meshugge_ [pazzo] da dichiararsi ebreo è ebreo”. Ed una dimostrazione del potenziale rivoluzionario delle “teorie queer”.
Ciao, RL