domenica 29 maggio 2011

L'Io corporeo - 002 - 2011-05-26 - Ascensore

Questa volta la Libreria Bocù ci ha solo chiesto di rappresentare una nostra fantasia; come suggerimenti ci sono stati proposti:

  • l'"effetto cuckold", ovvero il picco di desiderio sessuale che colpisce un maschio quando scopre di essere stato tradito;
  • quello che può succedere quando due persone si trovano dentro un ascensore bloccato.
Stavolta non sono riuscito a far ridere - questo è il mio svolgimento:

Era andato tutto bene: il marito di Edna aveva problemi di erezione, che però sparivano quando l’amica Ester la eccitava; dopo una nottata in cui, a dire il vero, Giorgio aveva penetrato Edna prima che arrivasse Ester, ma in cui le due amiche avevano comunque deciso di aiutarsi a vicenda, dando a Giorgio altre due possibilità di godere con la moglie, Edna volle accompagnare Ester alla macchina, prendendo l’ascensore con lei.

Ancora un po’ stordite dal troppo sesso, non badarono al cartello che avvertiva che tra le due e le cinque del mattino l’ascensore sarebbe stato bloccato per la sostituzione della centralina di controllo, e si trovarono chiuse dentro; la centralina da sostituire comandava anche l’allarme, ed il marito di Edna aveva spento il cellulare per godersi il meritato riposo; Ester avrebbe voluto chiamare i pompieri col cellulare, ma Edna la fermò.

“Ester, è l’unico momento che è solo per noi due. Godiamocelo!”

“Io sono stanca, Edna. Credevo che io e Giorgio ti avessimo soddisfatto abbastanza!”

Edna abbracciò Ester e le disse: “Davvero lo fai solo perché te l’ho chiesto?”

Ester le carezzò la guancia, appoggiò la testa di lei sulla propria spalla e le rispose: “Ad un’altra amica avrei risposto di no”.

Edna la baciò sulle labbra, la bocca di Ester si schiuse e per la prima volta si baciarono senza testimoni.

Ester aprì la camicia e disse: “Da sempre voglio offrirti il mio seno.”

“Da sempre voglio poter offrire il mio solo a te, e non un capezzolo a te ed uno a Giorgio,” rispose Edna.

Con la bocca esplorarono i loro corpi, e con la lingua li portarono al piacere.

Quando ebbero terminato e si rivestirono, Ester chiese ad Edna: “Me lo apri tu il negozio stamattina? Sono disfatta.”

“Fino alle 11 posso stare al banco,” rispose Edna, “Poi devo pranzare con Giorgio – che magari vorrà un antipasto che dissipa calorie.”

“Non potrò aiutarti, ma ti penserò molto. Pensarti mi tiene sveglia, e mia figlia si chiede come mai ora bevo meno caffè.”

“Ti amo tanto,” disse Edna.

“Anch’io,” rispose Ester, “convinci tuo marito a farlo ancora dopodomani.”

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