giovedì 12 agosto 2010

Donna non si nasce, si diventa

Sto leggendo questo libro:

Graglia, Margherita
Psicoterapia e omosessualità
Carocci Faber 2009

E' un libro lodevole che, tra l'altro, dedica alcune pagine anche alle disfunzioni sessuali di cui possono soffrire gay e lesbiche. In particolare, parla del fenomeno che in America era stato pittorescamente chiamato "lesbian bed death = la morte del letto lesbico".

Secondo l'autrice, è più un mito che un dato di fatto, gonfiato dal fatto che il metro di giudizio dei sessuologi di qualche anno fa era adatto più alla sessualità maschile (che si concentra sul numero degli orgasmi) che a quella femminile (in cui l'intimità ha ben maggior rilievo).

Gli studi più recenti, in cui non si contano solo gli orgasmi (che pure le lesbiche raggiungono più facilmente e più intensamente delle etero), ma si valuta anche la durata delle effusioni tra le partner, nonché l'appagamento che ne ricavano, mostrano che le lesbiche sono più soddisfatte delle etero.

Altra spiegazione (che non mi sento di condividere) data dall'autrice è che negli anni scorsi la tensione ideale e politica poteva avere un effetto sessualmente inibitorio sulle lesbiche più femministe. Sarà che sono un maschio, e nei maschietti c'è l'effetto "Duca di Wellington" (ovvero, la vittoria stimola il desiderio), ma non mi pare una spiegazione convincente.

Recensirò il libro prossimamente; ora vorrei fare un'amara considerazione. Se effusioni anche non sessualmente caratterizzate sono molto appaganti per le donne, come mai ho fatto fatica a trovare donne che le amassero (erano più pronte a venire a letto con me che a lasciarsi coccolare)?

Non era la mancanza di tempo - queste donne disprezzavano queste effusioni ed affibbiavano ai maschietti che le volevano l'epiteto poco lusinghiero di "teneroni". Probabilmente queste donne avevano deciso di essere le partner che gli uomini che ammiravano avrebbero voluto - e poiché il "vero uomo" non si perde in smancerie, nemmeno loro erano pronte ad apprezzarle.

Ma nel libro c'è un brano che mi ha colpito parecchio, alle pagine 120-121:

La maggiore risposta vasocongestizia nella pratica orale lesbica, riscontrata dai ricercatori rispetto a quella eterosessuale, è spiegata dal fatto che il cunnilingus è, per le coppie eterosessuali, un'esperienza preparatoria alla penetrazione, mentre per le lesbiche è un'esperienza orgasmica.

Ma davvero vale per tutte le coppie etero il primato della penetrazione? Non è che semplicemente il maschietto è per forza di cose più inesperto?

Il ritratto delle donne etero che qui emerge è quello di creature preoccupate di complementare la risposta sessuale del "vero maschio", così come se lo immaginano, o viene dato dai ruoli sessuali correnti. E sarebbe interessante chiedersi fino a che punto le lesbiche, che pure non hanno questa preoccupazione, si liberano da questa logica.

Ma anche in situazioni non collegate alla sfera sessuale si nota come per un uomo avere qualità non contemplate nel suo ruolo di genere sia controproducente.

In un paio di casi ho dimostrato un'empatia superiore a quella di decine di persone (non mi sto vantando, perché devo ammettere che la mia empatia media è pari alla mia magrezza ed alla mia statura), e le donne che hanno ricevuto quest'omaggio hanno chiuso la storia che avrei voluto che nascesse tra noi.

O l'empatia in un uomo è controproducente, o perlomeno non è di alcun aiuto. Poi le donne sono capaci di lamentarsi di quanto poco comprensivi sono i maschietti; ma "nemo contra factum proprium venire potest = nessuno può opporsi alle conseguenze delle proprie azioni".

giovedì 5 agosto 2010

Michael Lerner appoggia Vaughn Walker

 
[Nota di Fedra: non sono sicuro che la descrizione delle cause dell'omofobia maschile che dà Michael Lerner sia corretta - l'avere una laurea in psicologia non fa di me un esperto in materia. Consideratela un'ipotesi di lavoro.]
 
Gli ebrei americani sostengono fortemente i diritti GLBT - per molte buone ragioni.
Gli ebrei americani esultano per l'abrogazione del divieto di matrimonio gay
di Rav Michael Lerner, direttore di Tikkun Magazine
 
Gli omosessuali erano con noi ad Auschwitz e sono stati perseguitati insieme con gli ebrei in tutte le società occidentali per diverse migliaia di anni, perciò noi siamo con loro nella lotta per la piena accettazione e la piena eguaglianza giuridica, compresa l'eguaglianza nel matrimonio, nel 21mo secolo. Ma anche se non avessero condiviso il nostro destino, il diniego dei diritti ed i doppi standard usati per giustificare tali dinieghi sono sempre una minaccia per gli ebrei, così come per ogni persona sul pianeta!
 
I diritti degli omosessuali sono sostenuti da una schiacciante maggioranza della comunità ebraica americana. Questo sostegno non si basa soltanto sul ricordo dell'essere stati vittimizzati insieme, ma anche sui valori cruciali della nostra stessa tradizione ebraica. Il comando della Torà di "amare il nostro prossimo" e di "amare l'Altro (lo straniero, in ebraico: ger)" sono intrinseci al modo in cui la maggior parte degli ebrei americani comprende oggi i nostri doveri ebraici. L'edizione attuale (Luglio/Agosto) di Tikkun Magazine ha come tema principale "Spiritualità e politica Queer", con un possente saggio di Jay Michaelson sul "Perché i diritti dei gay sono un problema religioso", più altri saggi di Starhawk, Jay Bakker, Yvette A. Flunder, Emi Kyami, Joy Ladin, Parvez Sharma, Andrea Smith, Dean Space, Ruth Vanita ed altri scrittori e pensatori glbtq. A dire il vero, Tikkun è stato il primo luogo in cui fu pubblicato un saggio di un rabbino omosessuale che non aveva (ancora) fatto il coming-out, in cui egli discuteva la sua lotta, ed abbiamo severamente criticato quelle parti del mondo religioso ebraico che non santificano ancora i matrimoni gay. Come rabbino, ho avuto l'onore di celebrare tanti matrimoni siffatti nell'area della Baia di San Francisco, così come lo hanno fatto molti miei colleghi di tutto il paese del movimento del Rinnovamento Ebraico, del movimento Riformato e del movimento Ricostruzionista.
 
L'affermazione da parte di alcuni fondamentalisti che l'amore gay è vietato dalla Bibbia è già in sé un'interpretazione ed una lettura selettiva del testo biblico. Pochi di questi fondamentalisti chiedono che la loro società prenda alla lettera il comandamento di condonare tutti i debiti ogni sette anni (l'anno sabbatico), o di redistribuire la terra ogni cinquant'anni (il giubileo) o di non accendere il fuoco nella loro casa di Sabato, o, per restare in argomento, il comandamento di non distruggere gli alberi del tuo nemico quando fai la guerra, ma danno a questi comandamenti un'attenzione privilegiata.
 
Ed ai letteralisti dico di essere letterali; il comandamento dice: "Non giacerai con un uomo nel modo con cui giaci con una donna." Bene, ma questo non dice di non giacere con un uomo, bensì che lo si deve fare in modo diverso da come si giace con una donna. Il contrasto è chiaro nel Levitico, perché tutti gli altri comandamenti sul comportamento sessuale nella medesima sezione sono senza condizioni: "Non giacerai con x, y o z", ma solo qui il comandamento è vergato in questo modo per precisare come lo si deve applicare. Anche se quest'interpretazione non è l'unica possibile, essa mostra perché gli ebrei si sono impegnati a trasformare il significato dei testi biblici in accordo con l'evoluzione della nostra comprensione e della nostra sensibilità etica. Pertanto, ad esempio, i rabbini del Talmud, quando dovettero affrontare l'ingiunzione biblica di lapidare un figlio ribelle, erano tanto a disagio con la moralità di questo comandamento da proclamare, trasformando senza pudore il significato letterale del testo, che "un figlio ribelle non è mai esistito e non è mai stato creato", ovvero, che tutto quello che dice la Torà è magnifico, ma non va confuso con la nostra esperienza quotidiana con un bimbo ribelle. Il punto è che l'ebraismo ha sempre trovato il modo, attraverso la reinterpretazione creativa dei testi, di udire nuovamente la voce di Dio in ogni generazione, e di riconoscere questa nuova audizione come "la Torà orale data sul Monte Sinai e trasmessa di generazione in generazione." Ho espresso in dettaglio questa prospettiva nel mio bestseller nazionale del 1994 Jewish Renewal: A Path to Healing and Transformation [Rinnovamento ebraico: un sentiero verso la guarigione e la trasformazione] (Putnam hardback; HarperCollins, paperback 1995).
 
Allora, se non è dovuto alle limitazioni bibliche, a che cosa è dovuto? La paura o l'odio dei gay è un livello di comprensione, e certamente corretto. Eppure per molti omofobi maschi c'è un altro livello: il timore che gli omosessuali ricordino loro una parte di loro che fu repressa quando adottarono la loro identità maschile nei loro primi anni (dai 5 ai 15): la parte che amava e si identificava con la loro madre e pertanto con il desiderio di incarnare ed essere nutriti da questa parte orientata all'amore ed alla generosità che è stata stereotipicamente dichiarata "femminile". Poiché tale "elemento femminile" dovette essere respinto dai ragazzi per essere accettati come "veri uomini", c'era un'intensa necessità di reprimere quella parte di loro che si identificava con la loro madre e con l'elemento amorevole che ella rappresentava. Quanto più duro era rinunziarvi, tanto maggiore fu la repressione che i ragazzi hanno dovuto introiettare per stare dentro le identità maschili emergenti che erano offerte loro dagli altri bambini a scuola, e dai media e dall'ethos di una cultura patriarcale.
 
Questo non è la stessa cosa che dire, come spesso si afferma, che essi erano "in realtà" tutti omosessuali all'inizio. Non credo che ci sia un'identità sessuale così essenzialista. Semmai, sostengo che i ragazzi abbiano costruito la loro identità sessuale dovendo reprimere le loro parti più amorevoli, e quanto più vulnerabili sono al dolore dell'abbandono delle parti di sé e delle loro madri che realmente amavano, tanto più sono obbligati a diventare dei super-macho, di cui una dimensione è reprimere tutto quello che ricorda una parte di "femminuccia" (vi ricordate come il governatore Schwarzenegger ha accusato i democratici nel 2004 di essere delle "femminucce" ["girlie men"], e di come i democratici non ebbero il fegato di rispondere come dovevano, affermando che è un complimento essere paragonati ad una ragazza, e chi non lo capisce è un essere umano con dei grossi problemi [NdFedra: ho capito, quando divento cittadino americano rifondo il partito democratico!]). Dacché i maschi omosessuali sono ritenuti dagli omofobi femminei e deboli, quelli afflitti dal bisogno di reprimere questa parte della loro identità, che normalmente inizia in età assai giovanile, sono i più timorosi dell'omosessualità e quindi degli omosessuali.
 
Vi prego di notare che quest'analisi evita di mortificare gli omofobi - li vedo come vittime essi stessi della società patriarcale, persone che hanno bisogno di aiuto psicologico e spirituale, non persone da ridicolizzare, sebbene io e Tikkun siamo stati sempre impegnati a combattere le politiche che vorrebbero imporre al resto di noi. Uno deve essere compassionevole e capace di perdono con le persone con cui siamo in disaccordo sulle questioni etiche, ma saper perdonare non ci impone di smettere di lottare contro le politiche che le persone ferite hanno creato per dominare le nostre vite, e contro le loro credenze ed i loro comportamenti oppressivi.
 
La rivista Tikkun riconosce inoltre che la decisione di rovesciare il divieto di matrimonio gay è una vittoria per tutti noi che sosteniamo la separazione della religione e dello stato, dacché coloro che intendono imporre questa restrizione non fanno altro che tentare di imporre le loro particolari credenze religiose su tutta la società. Evitar ciò fu una delle principali ragioni del Primo Emendamento della Costituzione. Perciò applaudiamo la decisione del giudice Vaughn Walker e speriamo che venga confermata nella procedura d'appello attraverso le corti federali, anche se condividiamo la preoccupazione di molti che questa Corte Suprema, la più reazionaria degli ultimi 70 anni potrebbe finire con lo schierarsi dalla parte degli omofobi e degli odiatori.
 
Avete licenza di ristampare questo e spedirlo a chiunque conosciate. (...)