mercoledì 4 novembre 2009

Il crocefisso nel posto sbagliato

Ho plaudito alla decisione della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo sui crocefissi nelle scuole italiane, per questi motivi:

  1. Uno stato moderno dev'essere religiosamente neutrale;
  2. Un crocefisso in un edificio pubblico comunica in modo estremamente chiaro che lo stato che gestisce quell'edificio non è imparziale, e che chi non è cristiano in quell'edificio è fuori posto;
  3. Un crocefisso può ledere la libertà religiosa dei non-cristiani, ed il modo me lo ha spiegato una volta il rabbino (ortodosso) di Verona, Italia: un ebreo non può pregare in un luogo in cui vi siano delle immagini, ed il crocefisso è un'immagine; pertanto una famiglia ebrea, per pregare sulla salma del proprio congiunto defunto in un ospedale pubblico italiano, deve togliere il crocefisso dal muro (sperando di non farsi male - il volontario non può mica chiedere una scala e deve salire su una sedia od un mobile), tenerlo chiuso dentro qualcosa finché prega - e sperare che nessuno faccia la spia! Invece i cristiani possono pregare ovunque, e la mancanza del crocefisso in un edificio profano non reca loro danno;
  4. Sono stato nel maggio scorso a Petra, Giordania, ed ho notato che in quel paese abbondano i ritratti dell'attuale re Abdallah, e non mancano quelli del defunto re Hussein; con tutta la mia simpatia per entrambi, non ho potuto fare a meno di notare che più viene ostenso il ritratto di un re, più debole è il suo ascendente sui sudditi, e più insicuro il suo regno;
  5. Per i cristiani Gesù è il Re dei Re, ed anche per lui vale questo principio: chi insiste per appendere il suo "ritratto" in tutti gli edifici pubblici ammette che lui che è da tempo scomparso dal cuore dei suoi fedeli.

Sono obbligato a riservare una sferzata al nuovo segretario del PD Bersani, che ha osato definire il crocefisso a scuola una tradizione innocua. Quanto sia davvero innocua l'ho scoperto leggendo su Facebook lo stato di una mia (ormai ex) amica, insegnante di scuola media, la quale si è chiesta quanti immigrati di religione non cristiana chiederanno un indennizzo allo stato, e chi pagherà il conto.

La taccagneria di chi subordina il riconoscimento di un elementare diritto umano (la libertà di religione, che include la non-discriminazione) a questioni finanziarie mi ha fatto ribollire il sangue (penso che Konrad Adenauer, che pagò 845 milioni di dollari ad Israele in riparazioni per la Shoah, si sia rivoltato nella tomba), ma la cosa veramente importante da contestare era che quella donna ragionava come se l'essere non cristiani fosse una cosa possibile soltanto in chi non era italiano.

Queste sono le idee che suggerisce la "tradizione innocua". Bersani si sta dimostrando succube come lo furono Veltroni e Franceschini dei bigotti che pensano più al potere che alla fede.

Ah, ulteriore (non voluta) conseguenza della sentenza è che nel futuro prevedibile Israele si guarderà bene dall'aderire al Consiglio d'Europa: quel che vale per i crocefissi, vale anche per le mezuzot, presenti in ogni edificio pubblico israeliano e nella maggioranza di quelli privati in ottemperanza ad un ben preciso precetto religioso.

Credo che soltanto il Meretz, dei partiti sionisti israeliani, sarebbe disposto a rimuoverle per amore della laicità dello stato e della non-discriminazione.

1 commento:

  1. Il crocefisso non è presente solo nelle aule scolastiche ma anche nelle Sale Consigliari delle Istituzioni Pubbliche. Nella Sala Consiglio mio Municipio (Municipio Roma XI) ce n'è uno. Un paio di anni fa vennero eseguiti dei lavori di manutenzione e furono ritinteggiate le pareti. Ovviamente i muratori staccarono quadri e crocefisso. Non so per quale motivo dimenticarono di riappenderlo e prontamente fu presentato un ordine del giorno, votato a maggioranza dall'allora Consiglio Municipale per riappendere immediatamente il simbolo religioso. Simbolo sotto il quale, nelle settimane successive, uno dei consiglieri che tanto si era battuto per riappenderlo, fu sorpreso a bestemmiare durante una discussione politica. Ecco, io concordo con quanto scritto da Raffaele, e porto questa testimonianza per dimostrare quanto il crocefisso sia assolutamente fuori posto in alcuni luoghi come aule consigliari, ospedali, tribunali. Credo che, da parte di chi tanto ribadisce la necessità della presenza del crocefisso nei luoghi pubblici, ci sia una intrinseca ammissione di fragilità del pensiero religioso. Chi ha un'identità radicata, non ha bisogno di rappresentazioni figurative: al contrario, questo atteggiamento dimostra la volontà impropria di sottolineare la cultura cattolica come elemento culturale superiore e imprescindibile...tutto da dimostrare. Ovviamente.

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