Magnifica invenzione la lavastoviglie: metti dentro due bicchieri d’oro bianco, e ne ritrovi poi quattro; se guardi bene e vedi che quelli che hai messo dentro sono due bicchierini da ristorante cinese, con sul fondo le immagini di un uomo e di una donna nudi, e gli altri due che tiri fuori hanno sul fondo i faccini di due bebè, allora ti rendi conto di non aver contato male.
Fai la controprova usando il programma rapido anziché quello standard (perché hai fretta e non puoi aspettare tre ore), e vedi che i due bicchieri in più hanno le foto di due prematuri nell’incubatrice; guardi meglio e scopri che, mentre i bicchieri con le immagini di persone adulte sono decorati con sei brillanti intorno alla base, e quelli con le immagini di neonati con qualcosa che assomiglia molto loro, i bicchieri con le immagini di prematuri hanno invece qualcosa che assomiglia alle punte di una matita.
Il sospetto merita immediata verifica, ed un gioielliere conferma: tutti i bicchieri sono di oro bianco; ma solo quelli con le immagini di adulti e neonati sono decorati da diamanti, da 2 carati l’uno, mentre gli altri hanno invece dei pezzi di grafite.
“Il diamante nasce quando la grafite viene sottoposta nel mantello della Terra a pressioni e temperature che non puoi immaginare; ed infatti sono proprio i bicchieri con le immagini di bimbi prematuri quelli decorati con diamanti immaturi,” spiega il gioielliere, che aggiunge, “Sembra che la tua lavastoviglie sia capace di produrre eccellenti diamanti sintetici ad una frazione del costo industriale. Congratulazioni!”
“E’ una normale lavastoviglie. I primi due bicchieri li ho comprati ad un’asta, e li ho pagati tanto per il valore dell’oro e dei diamanti, nonché per l’antichità delle immagini – non però per la loro capacità di riprodursi, probabilmente ignota ai precedenti proprietari. Bisognerà capire come e quando è insorta.”
***
Tutto cominciò nel 1687, quando il tremendo imperatore mogul Aurangezeb assediò la città indiana di Golconda, il cui re Abul Hasan Qutb Shah aveva smesso di onorare il tributo annuo.
Se la dinastia Qutb Shahi era di grande cultura e tolleranza religiosa, Aurangezeb si era fatto la fama di intollerante distruttore di templi, ed un bramino decise di salvare i libri più importanti scrivendo sul margine bianco di ogni pagina il Nome Ineffabile di Dio in ebraico, ed affidandoli ad un ebreo.
Se la dinastia Qutb Shahi era di grande cultura e tolleranza religiosa, Aurangezeb si era fatto la fama di intollerante distruttore di templi, ed un bramino decise di salvare i libri più importanti scrivendo sul margine bianco di ogni pagina il Nome Ineffabile di Dio in ebraico, ed affidandoli ad un ebreo.
Questi, disgustato dal contenuto idolatrico delle opere, fece quello che prescriveva la sua religione: li seppellì, perché fosse la forza degli elementi a dissolvere il nome divino – nessun uomo era autorizzato a distruggerlo.
Il bramino ci contava, e sperava, dopo la fine delle ostilità, di riuscire a disseppellire i libri; ma egli morì nell’assedio, che terminò dopo otto mesi per il tradimento di uno dei difensori, che aprì una delle porte della città al nemico.
I libri perciò rimasero sepolti per tre secoli nel cimitero ebraico della città, dove l’umidità li sfarinò e fece sì che le immagini tantriche di un uomo ed una donna venissero a contatto – in piacevole contatto, visto che procrearono molte copie di se stesse.
I libri perciò rimasero sepolti per tre secoli nel cimitero ebraico della città, dove l’umidità li sfarinò e fece sì che le immagini tantriche di un uomo ed una donna venissero a contatto – in piacevole contatto, visto che procrearono molte copie di se stesse.
Golconda è famosa per i diamanti, e dodici diamantini che incorniciavano ogni immagine dei due amanti si riprodussero insieme con loro; nel 1987 un gemmologo di T’aipei visitò Golconda insieme con il suo amante, un uomo d’affari ebreo di San Francisco, e quando questi volle essere accompagnato al cimitero ebraico, il gemmologo vide le gemme sotto la terra macerata dai monsoni e dalle sepolture.
Una parte del tesoro va allo scopritore, ed i due amanti con esso aprirono un ristorante gay nel famoso quartiere Castro di San Francisco, un ristorante non solo elegante, non solo raffinato, non solo lussuoso, ma tale da provocare nello stesso Aurangezeb la sindrome di Stendhal.
Non tutti i diamantini furono venduti: la metà adornò dei bicchierini d’oro per gli ospiti, ed anziché decorarne il fondo con le foto di pornostar dei due sessi, i proprietari del ristorante vi posero i frammenti dei libri tantrici con le immagini maschili e femminili – quelle a cui il Museo di Golconda aveva rinunciato, in quanto ne erano state generate in gran numero.
Quei bicchieri venivano scrupolosamente lavati a mano, e nessuno perciò si rese conto di che cosa poteva accadere a metterli nella lavastoviglie; però anche le coppie gay alla fine scoppiano, ed il gemmologo tornò a T’aipei, portando con sé sei bicchieri – tre maschili e tre femminili – per il proprio personale museo.
Infelicissima fu la scelta dei bicchieri: le immagini di due di loro erano innamorate l'una dell'altra (mentre il resto era contentissimo del ruolo di stalloni e fattrici svolto senza particolari preferenze mentre erano sepolti a Golconda), ma ignari il gemmologo e l’uomo d'affari le avevano separate.
Hong, il maschio, fu portato a Taipei, mentre Huang, la femmina, rimase a San Francisco – inconsolabili, e con un solo desiderio: riunirsi.
Nel frattempo, la notizia del ritrovamento delle immagini tantriche e dei diamanti nel cimitero ebraico di Golconda aveva fatto il giro della stampa ebraica di tutto il mondo, ed a Tel Aviv una giovane dottoranda in criminologia di nome Hannah lesse un articolo illustrato con alcune delle immagini tantriche.
Subito telefonò al padre chiedendogli quando sarebbe andato in India per affari.
“Fra due settimane, Hannah”, egli rispose, “Perché me lo chiedi?”
“Mi accompagneresti a Golconda?”
“A Golconda? Vuoi occuparti della gioielleria di famiglia? Va bene, ricaverò un paio di giorni liberi e ti porterò in quella favolosa città.”
In realtà, Hannah ed i suoi compagni di corso avevano sviluppato un software che stimava la distanza genetica tra le persone sulla base dei loro ritratti, fotografici ed anche pittorici, e sottoponendo a quel software le poche immagini che illustravano l’articolo, era giunta alla conclusione che rappresentassero persone reali, con consanguineità ben superiore alla media – ovvero fratelli e sorelle di una famiglia che praticava l’incesto da generazioni.
Sottoporre tutte le immagini a quel software avrebbe permesso di porle in un albero genealogico – un grande successo per l’Hi-Tech israeliana! Per questo Hannah si recò a Golconda, e grazie al software scoprì, prima che glielo dicessero, che al Museo mancava circa ¼ delle immagini – in quanto esse lasciavano evidenti lacune nella genealogia.
La direzione del Museo spiegò che quelle immagini erano state il premio per gli scopritori, e che Hannah doveva recarsi a San Francisco per ammirarle, in quel famoso ristorante cinese più strabiliante dei casinò di Las Vegas.
Tutte le lacune tranne sei furono colmate a San Francisco, ed il ritrovamento più significativo fu quello della madre ed ava di tutte le figure, la Huang disperata per essere stata separata da Hong, il loro padre ed avo.
Il gemmologo che aveva ritrovato il tesoro non abitava più a T’aipei, e neppure un investigatore privato riuscì a rintracciarlo; l’uomo d’affari ebreo che era stato il suo amante andò a cercarlo personalmente, e lo ritrovò in una sauna di Kaohsiung.
Dopo che i due ebbero festeggiato la loro riunione, Hannah propose loro di organizzare, insieme con il Museo di Golconda, una mostra di tutte le immagini tantriche ritrovate nel cimitero ebraico, presso il Museo d'Israele a Gerusalemme – le sponsorizzazioni avrebbero coperto le spese.
I due accettarono, ed il mondo scientifico apprezzò molto la mostra; però il principale sponsor si tirò indietro all’ultimo momento: infatti era apparso evidente agli studiosi di paleografia che avevano esaminato tutti i frammenti rinvenuti nel cimitero, non solo le immagini pruriginose, che il materiale era finito lì dentro perché una mano poco avvezza alla scrittura ebraica aveva scarabocchiato il Nome Ineffabile di Dio sulle pagine, per costringere gli ebrei a seppellire quei libri idolatrici.
Inoltre, il fatto che il software avesse chiarito che soltanto Huang ed Hong non erano consanguinei, e che tutti i loro figli, nipoti, eccetera avevano commesso incesto senz’altro limite che il rispetto verso la coppia loro capostipite (essendo innamorati, Hong ed Huang si concedevano solo l'uno all'altra), rendeva quelle immagini molto più imbarazzanti che per la loro nudità – e ci fu perfino qualche giornale di quelli distribuiti nelle sinagoghe israeliane che fece del ritrovamento la testimonianza della depravazione dei non ebrei.
Infine, uno dei pochi deputati scapoli della Knesset si fece coraggio, ed a nome di molti colleghi propose di riservare l’uso di quel software alla polizia, e solo su mandato di un giudice – per evitare che il suo uso incontrollato svelasse adulteri ed incesti, e fosse occasione di “leshon ha-ra’ = lingua malvagia (perché distrugge la reputazione altrui)”.
Tutto questo indusse Mif'al ha-Payis [le Lotterie di stato israeliane] a ritirare la sponsorizzazione, e lasciò gli organizzatori della mostra con il problema di coprirne le spese – il pubblico era affluito numeroso, ma il ricavo dei biglietti non bastava certo.
Si incaricò Christie's di vendere all’asta la coppia madre, i bicchieri Hong ed Huang, che spuntarono un buon prezzo, che pagò le spese ed arricchì tutti quanti.
Il compratore era un avvocato dai modi spicci che, dopo aver controllato che i diamanti fossero bene incastonati nei bicchieri, pensò bene di farli brillare mettendoli in lavastoviglie.
***
L’avvocato Romano brevetterà la riproduzione assistita da lavastoviglie dei bicchieri, e questo gli permetterà di deporre la toga; Hannah diventerà una professoressa di Criminologia all’Università Ebraica di Gerusalemme, e preferirà avere figli con la fecondazione artificiale piuttosto che sposarsi con un uomo; Wang e Levi, i due scopritori del tesoro nel cimitero, lanceranno insieme una catena di ristoranti, ognuno con una coppia di bicchieri che si autoriproducono, e faranno così soldi a palate - ma non saranno più amanti, bensì solo soci.
FINE
Nota: Non ho trovato notizie di una comunità ebraica a Golconda - l'esistenza di un cimitero ebraico in quella città va perciò considerata una licenza letteraria.
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