La Libreria Bocù di Verona organizza ogni mese degli incontri dedicati alla letteratura erotica, in cui si commenta un libro erotico già pubblicato, e si invitano i partecipanti a svolgere un "tema" con la forma d'arte a loro più congeniale (poesia, narrativa, fotografia, pittura).
Ieri sera, 21 Aprile 2011, è stato proposto questo tema:
"Le punizioni dovrebbero avvenire per cause futili e sciocche ed essere comminate dall'uomo sulla donna che egli ama con sguardo enfaticamente burbero, che la donna fingerà di prendere sul serio, naturalmente, e mano leggera. Una sculacciata può essere molto divertente e anche straordinariamente eccitante, data e ricevuta con queste premesse."
Lady Henriette P. Montague (1786)
E così lo svolsi:
Scena 1
[In salotto Enrica ed Elisa prendono il thé. Il marito di Elisa urla da un'altra stanza]
Giovanni: Maledetta sgualdrina! Sarai la mia rovina!
Enrica: Ma come si permette?
Elisa: Sta' tranquilla, ha di nuovo il male da F24.
Enrica: Il modulo per pagare le tasse via web?
Elisa: Esatto.
Enrica: Mia nonna diceva che una vera signora si concede al marito solo dopo aver pagato le tasse.
Elisa: Sì, ma tua nonna viveva in Svizzera, dove le tasse sono poche e si pagano di rado!
Enrica: In Italia, invece ...
Elisa: ... Si pagano le tasse cinque giorni su sette!
Enrica: Ho capito! Meglio che vi lasci soli. Certo che è un bel dovere il tuo!
Scena 2
Giovanni: Sei qui, disgraziata!
Elisa: Tesoro, che ti succede? Non ho mica comprato una pelliccia nuova!
Giovanni: Hai pagato le tasse 59 secondi prima della scadenza! E' un insulto a chi lavora e si affatica!
Elisa: Tesoro, hai quello che vuoi in grande abbondanza. Di che ti preoccupi?
Giovanni: Di questo passo per le sigarette dovrò chiedere l'elemosina, e per il cibo dovrai far marchette!
Elisa: Rischiamo veramente questo, tesoro mio?
Giovanni: E' più facile che il successore di Obama si chiami Hitler, a dire il vero, ma non si sa mai!
Elisa: Puoi allora prepararmi a quest'eventualità, tesoro?
Giovanni: Vuoi che ti insegni a far marchette?
Elisa: Hai detto che non si sa mai.
Giovanni: L'ho detto che sei una sgualdrina! Ma io non ti insegno da cliente! T'insegno da pappone!
Elisa: Sì, riversa su di me il tuo sapere! Insegnami a valorizzare la mia merce, imprenditore di successo!
Giovanni: Vieni qui che ti strappo tutti i vestiti! Una vera troia non ha bisogno di abiti sontuosi!
Elisa: Tesoro, basta tirare il filo che sporge dal bottone tra le tette e saltano tutte le cuciture.
Giovanni: E' vero. Com'è possibile?
Elisa: Tesoro, la sarta che mi fa i vestiti su misura la pagherò per qualcosa.
Giovanni: Ma io devo farmi rispettare da te! Inginocchiati e leccami i piedi!
Elisa: Solo i piedi, tesoruccio?
Giovanni: Ti faccio leccare qualcosa che ti piace? Obbedisci, schiava, al tuo signore e padrone!
Elisa: Con vero piacere!
Giovanni: Che stai facendo?
Elisa: Sto infilando il preservativo all'alluce. Con un cliente, non si sa mai.
Giovanni: Toglilo, prima che mi venga la tentazione di infilarne uno sulla tua testa!
Elisa: Affare fatto! Io ti succhio l'alluce, tu lo chignon!
[Penso che sia meglio terminare qui il racconto. Come vedete, io e le punizioni non andiamo d'accordo :-)]